“A tutte le unità è stato ordinato di avanzare in tutte le direzioni, in linea con il piano delle operazioni, dopo che l’Ucraina ha rifiutato di partecipare al processo negoziale”. L’offensiva russa non ha più limiti. “Più di 100 mila invasori sono sulla nostra terra”, annuncia drammatico il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sui social continua a farsi vivo diverse volte al giorno con messaggi e video per ribadire la sua presenza a Kiev, ripetutamente messa in dubbio dalla propaganda russa. Anche il Pentagono ha confermato che nelle ultime 24 ore sono state inviate decine di migliaia di truppe, richiamando anche i riservisti.
La battaglia per Kiev è sempre più feroce. Dal pomeriggio di sabato, e fino a lunedì mattina, un coprifuoco totale trasformerà la capitale in una città fantasma: potranno circolare solo i militari e i civili arruolati con la mobilitazione generale. “Chi sarà trovato in strada, sarà trattato da nemico”, ha avvisato il sindaco Vitalij Klitschko, l’ex pugile che ha promesso di combattere e morire per la patria. Ma non sono solo missili: il timore è quello di infiltrazioni di sabotatori nemici, in una città sprofondata nel caos di un esodo di massa a bordo degli ultimi treni in partenza. Secondo l’Unhcr, gli sfollati nei Paesi vicini in 3 giorni di guerra sono oltre 150mila, più della metà in Polonia. Ma la grande fuga tocca anche la Romania, con 15 km di fila alla frontiera, e poi Ungheria, Moldavia e Slovacchia. Bratislava parla di 10mila arrivi in 24 ore e avverte che presto non potrà accoglierne più.
L’Ucraina però non si arrende. “Gli occupanti volevano bloccare il centro del nostro Stato e mettere i loro burattini qui come a Donetsk. Abbiamo infranto i loro piani”, insiste Zelensky, che si appella alla resistenza popolare e assicura che a breve “arriveranno le armi dai partner” anche europei, dopo che il presidente americano Joe Biden ha promesso altri 600 milioni di dollari di aiuti militari. La svolta arriva da Berlino, doveOlaf Scholz ha dato il via libera alla fornitura di mille armi anticarro e500 missili terra-aria Stinger perché, ha spiegato il cancelliere, questa aggressione segna “un cambiamento epocale” per l’Europa. Il Belgio invierà 2mila mitragliatrici e 3.800 tonnellate di carburante, mentre nei prossimi giorni dovrebbero arrivare nuovi aiuti italiani, anche di carattere militare. Iniziative analoghe sono attese dal presidente franceseEmmanuel Macron, secondo cui “questa guerra durerà molto a lungo”.
E domani si riuniscono i ministri degli Esteri Ue proprio per valutare il sostegno attraverso l’attivazione dello European Peace Facility: in sostanza fondi ed equipaggiamenti per la difesa di Kiev. “Faciliteremo la consegna di aiuti militari, l’Ucraina democratica prevarrà”, ha annunciato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel in un tweet.
La capitale rimane intanto sotto assedio. I timori di una guerra sporca crescono, tra giocattoli-bomba, ordigni termobarici e l’allarme dell’intelligence ucraina su possibili attacchi chimici sotto falsa bandiera in Donbass. E a far paura sono anche le forze speciali cecene inviate daRamzan Kadyrov. Per frenare i rifornimenti russi, le truppe di Kiev hanno fatto saltare in aria diversi nodi ferroviari nell’est.
Ma la pressione continua con l’avanzata delle milizie separatiste di Donetsk e Lugansk, ogni giorno più vicine a saldare i territori sotto il loro controllo con la Crimea. E’ stata distrutta anche una diga che secondo Mosca ostacolava le forniture idriche alla penisola contesa, mentre lunghe colonne di blindati avanzano verso Kharkiv, vicino al confine. Secondo Mosca sono almeno 821 gli obiettivi colpiti. Si aggrava pure il bilancio delle vittime ucraine, con 198 morti, tra cui decine di civili e almeno 3 bambini, e oltre mille feriti. E tra i decessi si contano anche 6 cittadini di origine greca. Mentre Kiev parla – smentito dai russi – di oltre 3.500 nemici uccisi.
Sempre più strategica appare poi la battaglia navale, con la flotta russa nel mar Nero che rivendica la distruzione di 6 navi ucraine, “probabilmente guidate” da droni americani. Che in quelle acque si giochi una fetta importante del destino dell’Ucraina è testimoniato anche dal tentativo diZelensky di spingere Erdogan a chiudere gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli alle navi da guerra di Mosca: un’ipotesi per ora negata dalla Turchia.
Insieme agli aiuti militari, e al rafforzamento del fianco est della Nato con migliaia di unità e mezzi, l’Occidente continua poi a lavorare sulle misure punitive in campo finanziario, definendo i contorni dell’esclusione di Mosca dal sistema Swift per i pagamenti bancari internazionali. Anche perché, commenta Biden, “l’alternativa all’imposizione di dure sanzioni alla Russia sarebbe la Terza guerra mondiale”.